| Report del Convegno “Rapimenti Alieni”, Milano 17 febbraio
“Abbiate il coraggio di fare la cosa giusta persino se significa una guerra civile… e allora che venga e facciamo che possa forse finalmente essere l’ultima battaglia della rivoluzione americana” John Quincy Adams AMISTAD Speech (dal film “Amistad” di Spielberg)
La percezione, soprattutto nel tardo pomeriggio è davvero notevole. Un pubblico attentissimo che occupa buona parte delle sedie a disposizione. Voci di corridoio parlano di un centinaio di biglietti venduti e di duecento persone presenti ma –oggettivamente- ne vedo molti, molti di più.. In particolare, nel pieno pomeriggio, una cinquantina di spettatori arriva, senza badge, e si sistema sulle gradinate più alte... Questa è l’immagine visiva più nitida di questa lunga giornata presso l’istituto Onnicomprensivo di via Natta a Milano dove l’associazione Sviluppocultura , Animanews e la rivista Area 51 hanno organizzato la manifestazione. Un’ottima campagna pubblicitaria, utilizzando due “vere” istituzioni milanesi nel settore, unitamente ad una lunga assenza, nella capitale lombarda, di manifestazioni monotematiche di questo tipo possono, quindi, essere i giusti ingredienti per il successo di una manifestazione. Inizia la kermesse Lavinia Pallotta (Area 51) con una disamina ad ampio raggio dello scomodo argomento “abduction”. In particolare, la Pallotta presenta la manifestazione come un “convegno razionale dove sono presenti molteplici punti di vista”. Il pericolo evidente –afferma la ricercatrice- è la ridicolizzazione del fenomeno che si può vedere in esempi specifici come il caso Zanfretta. Decisamente più apprezzabile –per chi scrive- il riferimento ad un importante convegno, avvenuto nel lontano 1992, presso il prestigioso MIT di Boston (ma senza il patrocinio di questa famosissima Università): “Alien discussions”. L’evento segnò- in un certo senso- la spinta, per alcuni ambienti accademici ma non solo, verso un approfondimento di queste tematiche e mostrò, in particolare, un approccio multiculturale meritevole di speciale attenzione. La relatrice (che dimostra, in questo caso, un buon background – e quindi un’ottima scuola ufologica nel suo passato- relativamente al controllo delle fonti) sottolinea la presenza di “elementi comuni” in culture differenti con esempi davvero solidi. Più impreciso, invece, il riferimento ad un Europa “ufologica” divisa per metodologie ed approccio proprio quando, nel vecchio continente, codici etici e nuove forme di cooperazione sembrano allargarsi in maniera transnazionale. Apprezzabile, poi, l’excursus nel mondo della ricerca ufologica cinese dove rinveniamo una casistica similare a quella occidentale (fino a comprendere casi di esogamia) ed una grande disponibilità governativa a promuovere e finanziare ricerche in tal senso. La parte finale è dedicata ad una strenua difesa della ricerca “made in Italy” o, forse, di un certo tipo di ricerca nazionale. Un breve intervento di Maurizio Baiata (direttore editoriale di Area 51) ricorda le motivazioni che non hanno permesso a Philip Mantle di essere presente alla manifestazione. L’applauso del pubblico per una pronta guarigione (a cui mi associo totalmente) rappresenta, in un certo senso, il rammarico di non avere potuto seguire un intervento che in moltissimi attendevano. La razionalità del ricercatore britannico avrebbe senz’altro fornito molti spunti utili e costruttivi. Peccato. Ancora auguri Philip! Antonello Lupino (Cui) si inserisce con un intervento apparentemente disorganico ma vuole sottolineare una sua certa predisposizione per l’ipotesi delle “collusioni militari” nel fenomeno. Dopo aver abbandonato due anni fa le ricerche in questo settore, le ha riprese da pochissimo e ci illustra una parte della casistica in suo possesso. Abbiamo, quindi, un primo attacco (perché non sarà l’ultimo nel corso della giornata) alla psichiatria e la citazione di una tecnica di “regressione cosciente” che, il relatore, utilizzerebbe in buona parte delle sue indagini. Immagini di cicatrici definite “anomale ed inspiegate”, affermazioni categoriche che “tutti i rapiti vivrebbero esperienze extracorporee”, individuazione di un “triangolo ferrarese” dove si concentrerebbero la maggior parte dei casi indagati, casi specifici (Tania) dove la testimone sarebbe stata –letteralmente- “rovinata dai medici”, spezzoni di programmi televisivi. Decisamente più interessante la seconda parte, con un ampia (e molto interessante) carrellata di immagini e riferimenti alle tecniche di controllo mentale. Da Pat Delgado, all’MK-Ultra, a casi meno noti. L’ipotesi terrestre sembra quindi essere predominante anche se non esaustiva. Infine l’ennesima citazione di Mack (tutti i relatori lo faranno) con la messa in onda di un inserto tratto dal “mitico” programma “Misteri” della Foschini. Baiata conclude la mattinata con il racconto –per sommi capi- di alcune esperienze personali e di un particolare esperienza/contatto interrotto utilizzando “una risposta non razionale” che sarebbe più facile per coloro che hanno praticato arti marziali. Apprezzabile un inserto –con traduzione simultanea dello stesso Baiata- relativo al pensiero di Jacobs sulle “ibridazioni”. Nel pomeriggio il vero momento clou della giornata: l’intervento di Corrado Malanga (Stargate Toscana). La partenza è classica: gli alieni esistono e la “vecchia” ufologia ancora intenta a cercare di spiegare cosa sono le “luci nel cielo” è ormai superata e vetusta. Viene, quindi, riproposta cronologicamente, l’evoluzione delle tecniche utilizzate. Ipnosi regressiva, programmazione neurolinguistica, ricalco orale e delle ancore, ecc. Tutti i rapiti (esattamente come affermato da Lupino) avrebbero esperienze extracorporee e il Tav (test autovalutativo) predisposto avrebbe un margine di errore del 2% (un successo strepitoso se paragonato a qualsiasi test professionale che ricomprende ben più di una cinquantina di domande). Ufologi di stato e “certi” centri ufologici farebbero pura e semplice disinformazione. Baiata svolge un breve intervento raccontando un episodio relativo ad un incontro in treno con alcuni psichiatri/psicologi in procinto di partire per un convegno a Praga sulle “guarigioni psichiche”. Si sarebbe manifestato un interesse per queste tematiche anche se nascosto… Malanga riprende l’illustrazione delle tecniche utilizzate per il recupero dei ricordi dove l’inconscio diventa l’elemento cardine insieme alla PNL. Quindi il “solito” (all’interno di questo convegno) attacco alla psichiatria/psicologia e l’individuazione del “parametro cromatico” come mezzo per distinguere l’ipnosi dal sogno. Infine alcuni elementi relativi alle memorie “aliene”, alla reincarnazione e alla visione “malanghiana” della fisica e all’affermazione finale che, ormai, il 35% degli addotti –utilizzando le tecniche proposte- avrebbe risolto i propri problemi. A sostegno di queste conclusioni (utilizzando una comunicazione davvero coinvolgente) non abbiamo pubblicazioni scientifiche “in questo specifico settore di ricerca” ma –dice il ricercatore di Pisa- l’aver pubblicato sul Chemical Society inglese ben 50 pubblicazioni.. dimostrerebbe che non è uno stupido. Alcune considerazioni Una doverosa premessa. Se non siete venuti avete commesso un grave errore. Intanto è sempre preferibile “ascoltare” dal vivo (visto ciò che succede sul web in questo periodo) le “altrui” posizioni, anche quelle “più lontane” e stridenti con le proprie. Secondariamente – ma forse sarebbe preferibile dire: prioritariamente!- raramente si ha la possibilità di assistere ad una kermesse dove la linea “editoriale” è chiarissima fin dalle prime battute. Un’importante occasione “persa” quindi, non tanto per le novità e i dati (concetto alquanto “relativo” come vedremo più avanti) prodotti che, in larghissima parte, erano già noti agli addetti ai lavori e a tutti gli appassionati maggiormente scafati (come noti erano i filmati mostrati per gli utilizzatori di youtube e simili). L’opportunità “sfumata” riguarda la possibilità di vedere, in modo così completo, lo “stato dell’arte” dell’alienologia italiana. Mi spiego meglio. Gli “alienologi”, termine ben divulgato dal collega ed amico Paolo Bolognesi, hanno alcune certezze diamantine che ben li distinguono dagli “ufologi” notoriamente troppo impegnati a studiare le luci nel cielo. Secondo alcuni non sarebbero neppure troppo intelligenti e, comunque, l’ufologia “classica/scientifica/ strumentale” che caratterizzerebbe il loro approccio metodologico sarebbe “roba vecchia” e sostanzialmente non più utile. Sorvoliamo sull’erroneo uso terminologico di “classico”, “scientifico” e “strumentale”. E sorvoliamo pure sul fatto che non esiste un alienologo (compresi i relatori di Milano) che non sia stato –prima!- un ufologo. Ma diventa davvero difficile non prestare attenzione ad un fatto assolutamente decisivo. Anzi due fatti. In tutta la manifestazione, i diversi relatori, hanno ampiamente citato, a più riprese, il compianto ricercatore John Mack. Con modalità e finalità diverse. Peccato che nessuno di loro abbia illustrato il metodo e le procedure utilizzate –veramente- da Mack. In quest’ottica, diventa assolutamente rilevante un’altra considerazione consequenziale. Gli strumenti utilizzati, dai vari ricercatori, per raccogliere i “dati” presentati sono solo sfiorati nelle rispettive relazioni. Lupino parla continuamente di una tecnica di “regressione cosciente” senza mai spiegarci che sta utilizzando il cosiddetto “auditing” in uso alla neo-religione “Scientology”. Malanga parla di varie tecniche di PNL senza ricordarci che, fin dal 1995, il Counselling Psychology Review ha affrontato svariate tecniche (con particolare riferimento ai movimenti oculari al fine di ottenere informazioni sui predicati verbali o scritti di un soggetto) per concludere negativamente circa la sua efficacia. Superfluo citare –anche in questa sede- come le più importanti istituzioni mondiali per la ricerca hanno, poi, avversato l’utilizzazione dell’ipnosi come mezzo adeguato per la ricostruzione delle memorie sopite. Ed infatti , non solo moltissime associazioni europee hanno escluso, nei loro codici etici, tale utilizzo ma lo stesso Malanga sembra ormai avviato verso un suo definitivo superamento. Ciò che caratterizza, quindi, l’alienologia attuale è il superamento dello “strumento” utilizzato che viene, quindi, considerato come un “quid” scontato e che non merita ulteriori approfondimenti. Analogamente, quando vengono richiesti dati –nel senso scientifico del termini… o per essere più chiari: dati simili a quelli utilizzati da Malanga nelle “sue” 50 pubblicazioni su Chemical Society- l’escamotage per “uscire” consiste nella nota affermazione di una nota “incapacità” del mondo scientifico/accademico ad accettare tali mirabolanti “(nuove) scoperte”. Il risultato finale di questa impostazione ha però effetti assolutamente illuminanti: mi è –ora- chiarissima l’avversione di molti alienologi per il termine “strumentale”!. Gli approcci diversi e differenti tra “ufologi” (qualunque sia la loro corrente interpretativa) e gli alienologi diventano dicotomici. Interessante anche l’estrema duttilità del modus operandi degli alienologi. In tutta la manifestazione il termine, tanto in voga in questi ultimi tempi, “esopolitica” sembra eclissato… quasi “addotto”! Ma altrettanto interessante l’affermazione che i risultati (dati) ottenuti con mezzi diversi (auditing e PNL) sarebbero identici. Corretto, quindi, il concetto espresso, all’inizio della relazione della Pallotta, circa un convegno razionale dove sarebbero mostrati diversi punti di vista (metodi diversi) ma, la conclusione finale vede, però, una sostanziale identità di vedute. Logicamente relativamente all’approccio “alienologo”... In tal senso, vale la pena ricordare un intervento di Baiata, nella parte finale del convegno, dove, dopo aver mostrato alcuni filmati noti (Merida) e altri recentissimi del giornalista televisivo messicano Maussan, legge alcune note/dichiarazioni di principio contenute nello Speciale di Hera, dedicato ai “rapimenti”, uscito la scorsa estate. Dice Baiata –rivolgendosi a tutti gli ufologi- che, per poter procedere “insieme” è necessario accettare come “realtà di fatto” alcune affermazioni. Altrimenti è preferibile che le strade (tra ufologi e alienologi… aggiungo io) si separino. Forse adesso vi è più chiara la citazione riportata in apertura di questo Report.. Per quanto trovi personalmente (sono sì eretico ma… “sempre” un ufologo pro-ETH) altamente probabili almeno due delle “dichiarazioni di principio” lette da Baiata, le considero solo delle ipotesi. Altamente probabili ripeto e, magari, anche “circostanziate” … ma sempre “ipotesi”. Chiedermi di accettarle come “realtà di fatto” sarebbe come pretendere un vero atto di “fede”. E, gli atti di fede, sono più vicini all’idem sentire degli alienologi che a quello degli “ufologi”… Ecco perché l’arringa del Presidente Adams in relazione alla vicenda degli schiavi africani della nave spagnola Amistad mi sembrava opportuna e adeguata. Forse per fare la cosa giusta ( o che si ritiene giusta) è necessario anche affrontare le estreme conseguenze. Facciamola, quindi, in senso assolutamente “metaforico”, questa grande battaglia finale… E speriamo sia davvero l’ultima!
Carlo Sabadin (Sentinel ITALIA – Gruppo Camelot)
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