| Risposta al Prof. Veronesi di Rudy Lanza
Il Prof. Veronesi esprime la sua opinione sul periodico “Oggi” riguardo le cure non convenzionali. Poiché le Sue considerazioni ci appaiono alquanto curiose, siamo costretti a precisare come segue... --------------------------------------------------------------------------------
L'omeopatia? Piace a molti, ma io dico basta di Umberto Veronesi
Sto dalla parte della Montalcini, Dulbecco e Garattini nel bocciare le cure <>. La contraddittoria decisione dei saggi del Comitato di bioetica: no all'uso per i minori, sì per gli adulti.
Qualche anno fa Rita Levi Montalcini, richiesta di dare un giudizio sull'omeopatia, rispose che non si tratta "di una cura alternativa, ma di una non-cura. Il danno maggiore è quello di illudere i pazienti, incoraggiandoli a ricorrere a una cura senza fondamento scientifico". Adesso di nuovo si discute di omeopatia e rinascono le polemiche. Lei cosa ne pensa?
Sono d'accordo con la nostra grande scienziata, e ricordo che condividono questa posizione persone come il Nobel Renato Dulbecco, il farmacologo Silvio Garattini e gli uomini di scienza che si riconoscono nel Gruppo 2003. Anzi, firmato da 50 di essi, è stato diffuso un documento che esprime grande preoccupazione, e in cui si scrive: "Proprio in un momento in cui la medicina scientifica sta cogliendo i suoi maggiori successi, la pratica clinica quotidiana rischia di essere snaturata dalla diffusione di pratiche diagnostico-terapeutiche che nulla hanno di scientifico e che comportano rischi notevoli". Con questo recente documento il mondo scientifico italiano reagisce a una proposta di legge, in discussione alla Commissione Affari Sociali della Camera, che a mio giudizio è molto sconcertante: dopo averle ribattezzate "medicine pratiche non convenzionali", si propone di introdurre nell'insegnamento universitario nove medicine cosiddette alternative: pranoterapia, avurvedica, medicina antroposofica, omotossicologia, omeopatia, cromoterapia, fiori di Bach, medicina tradizionale cinese e tibetana. Ad approvare questa lista è stato il Comitato nazionale di Bioetica, organo consultivo della presidenza del Consiglio dei ministri, che si contraddice in modo curioso a proposito della liceità di trattare con medicine alternative i minorenni. Ancorandosi all'impossibilità di usare con i minori lo strumento del "consenso informato", il Comitato non approva per i minori il ricorso alle medicine alternative: "Se si escludono le patologie di minimo rilievo, i medici devono prescrivere sempre il ricorso a terapie scientificamente convalidate". Come dobbiamo interpretare questa affermazione? Stando alla logica, non possiamo che dedurne una cosa: le terapie "scientificamente convalidate" (le uniche, per il Comitato di Bioetica, che si possono prescrivere ai minori) sono altra cosa dalle medicine alternative, e di conseguenza queste ultime non godono di una convalida scientifica. Ma se questa garanzia di scientificità non c'è, come mai si dà piena libertà di dare queste cure agli adulti? A questo punto, a mio parere, entra in campo una concezione erronea del consenso informato. Non basta che ci sia il sì del paziente, ma deve esserci pure l'efficacia intrinseca della cura proposta. Se non c'è una ragionevole certezza di efficacia e beneficio, la medicina si svuota di significato e diventa altro: moda, capriccio collettivo, scorciatoia per posti di lavoro ai neolaureati disoccupati. Ma pare che nella proposta di legge siano incluse vere e proprie amenità. Per esempio, è prevista una "laurea breve" in pranoterapia, e il criterio per l'ammissione sarebbe la dimostrazione di avere il famoso "fluido". E mi sconcerta vedere che la Federazione degli Ordini dei Medici misura la validità dell'omeopatia in base al numero di persone che la usano. Ha detto: "A queste cure fanno ricorso milioni di italiani, non è questa un'evidenza?". Non si può che rispondere di no, perchè il grande numero di persone può al massimo delineare un'evidenza sociologica e disegnare una tendenza, ma non può costituire un'evidenza scientifica. Paradossalmente, sarebbe allora la stessa cosa sostenere che poiché un altissimo numero di persone mangia in un certo modo (che può essere squilibrato o nocivo) ciò costituisce "di per sé" la prova che quel modo di mangiare è valido, e apportatore di benefici per la salute. L'altro argomento dei sostenitori di medicine alternative si basa sulla cosiddetta "libertà di scelta". Io onoro e rispetto il concetto di libertà, ma trovo anche che sia applicato fuori contesto quando lo si invoca per sostenere terapie di non provata efficacia. Ricordiamo tutti le vicende passate di presunte cure di cui non fu dimostrata scientificamente nessuna guarigione. In compenso, molti malati abbandonarono cure efficaci, e persero la vita.
DA DUE SECOLI E MEZZO CONQUISTA MALATI In Germania (a Erlangen, dove aveva studiato, e a Lipsia, dove aveva esercitato la sua professione medica) si sono celebrati martedì 12 aprile i 250 anni della nascita di Samuel Hahnemann, il medico scopritore dell'omeopatia: causava intossicazioni e poi le guariva utilizzando le stesse sostanze che le avevano provocate. Fu una corteccia di china, assunta per curare la malaria, a portarlo a un'intuizione decisiva: ad alte dosi, provocava una gastrite, a piccole dosi la curava. Ostilità e ammirazione accompagnano la sua teoria, esposta per la prima volta, nel 1810, nel libro Organon dell'arte di guarire. Convegno mondiale in Italia. Nelle stesse ore a Macerata si è tenuta la prima giornata mondiale dell'omeopatia, organizza-ta dalla Liga medicorum homeopathica internationalis, presieduta in Italia da Renzo Galassi.
a cura di Salvatore Giannella
Risposta al Prof. Veronesi di Rudy Lanza Il Prof. Veronesi esprime la sua opinione sul periodico “Oggi” riguardo le cure non convenzionali. Poiché le Sue considerazioni ci appaiono alquanto curiose, siamo costretti a precisare come segue...
1) Il Prof. Veronesi, non conoscendo per nulla la proposta di legge in discussione alla Commissione Affari Sociali della Camera, afferma che tale testo prevede l’introduzione nell’insegnamento universitario di “nuove medicine cosiddette alternative”. Ciò non corrisponde al vero. Le “nuove medicine” non sono nuove e le uniche (tra quelle da lui citate) che rientrerebbero nella formazione universitaria, secondo la bozza On. Lucchese, sarebbero l’Omeopatia, l’Omotossicologia e l’Agopuntura. 2) Se il Prof. Veronesi fosse a conoscenza dell’argomento, saprebbe che il testo in discussione presso la XII° Commissione non parla affatto di laurea breve in pranoterapia. 3) L’errore più grossolano consiste nell’affermazione che le Medicine alternative (Veronesi usa questo vecchio termine dimostrando di non conoscere la materia, poiché da anni la definizione è “Medicine non convenzionali”) non godono di convalida scientifica. L’illustre professore non sa (ma non si può sapere tutto) che l’importante FDA (Food and Drug Administration – USA) ha riconosciuto l’Agopuntura come tecnica terapeutica di comprovata efficacia. Non parliamo poi delle ricerche in doppio cieco sull’Omeopatia che, molto ben divulgate all’estero, nel nostro Paese sono accuratamente trascurate dai mass-media, impegnati a demolire tutto ciò che, in questo settore, non segue il pensiero dominante. Molto astutamente, il prof. Veronesi assimila ciarlatanesimo (poiché esiste purtroppo anche quello) a Medicine non convenzionali, risolvendo allegramente e sbrigativamente la sua equazione. Come è risaputo, questa è una tecnica dialettica utilizzata spesso negli interventi di derisione e denigrazione. 4) Perché, invece di insultare queste discipline a priori, i nostri illustri scienziati non si impegnano a compiere con serenità (ma sotto l’occhio attento di esperti nel settore) ricerche sulle Medicine non convenzionali? Professore, l’atteggiamento aprioristico non mi sembra in linea con l’approccio scientifico, non Le pare ? 5) Il grande problema è che in Italia si chiede parere su queste tecniche a medici che purtroppo non la praticano. Domando al prof. Veronesi che dice “basta all’Omeopatia”: quanti anni di formazione in Omeopatia ha seguito per essere titolato a diffamarla?
Egregio Professor Veronesi, continui a seguire il suo settore in merito al quale l’intera Comunità scientifica Le riconosce competenza. Sull’Omeopatia, sulla Naturopatia, sull’Agopuntura lasci parlare chi le conosce. Chi le conosce queste discipline ? Ovviamente, chi ha seguito un iter formativo di almeno tre anni, chi ha un’esperienza clinica pari almeno a un decennio, chi ha maturato competenza fuori confini nazionali, cioè laddove queste hanno ottenuto da tempo giusta dignità da parte delle Istituzioni. In Inghilterra, per citare un paese a caso, nessuno metterebbe in dubbio quelli che Lei chiama “capricci collettivi”: addirittura, da decine di anni sono praticate negli ospedali pubblici. E, concludendo, sarebbe l’ora che i giornali italiani (idem per TV e radio) intervistassero esclusivamente gli esperti in questi settori. Quando si parla di paracadutismo, non credo che i giornalisti di Oggi intervistino i filosofi. Perché quando si parla di queste discipline, la si mette sul sensazionalistico o sul ridicolo, mentre quando si discute di terapie convenzionali, improvvisamente il contenuto diventa serissimo e intoccabile ?
P.S.: sbaglio, ma credo che fu Veronesi, ad affermare un paio d’anni fa che il basilico transgenico è più salutare del basilico creato dal buon Dio. Questa è un’ affermazione scientifica ? Non mi risulta esserci ricerche che evidenzino vantaggi o svantaggi dopo un periodo di anni sufficientemente congruo di esposizione a questa aberrazione vegetale. Dove sono gli studi epidemiologici ? O giochiamo --------------------------------------------------------------------
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